
Quante volte abbiamo sentito ripetere dai fumatori le seguenti parole?
“Io fumo solo per stare in compagnia”
“Posso smettere quando voglio”
“L’inquinamento è più dannoso della sigaretta che io fumo”
“Questa sigaretta è l’ultima”
“Dopo mangiato una sigaretta è perfetta”
Trattasi queste di giustificazioni superficiali legate a una dipendenza che ha origine da motivazioni ben più profonde e intime legate alla sfera dell’inconscio.
Tante volte mi sono domandata cosa spinga una persona ad accendere una sigaretta e quale sia il piacere che ne deriva. Un piacere intimo e personalissimo, presente solo nella testa di chi fuma. Perché, a dirla tutta, nella sigaretta non è contenuta alcuna sostanza inebriante. Trattasi solo di un fumo grigio e della sua aspirazione.
Due sono le origini di questo piacere:
- Il piacere di accendere il fuoco
- Il piacere di suzione e aspirazione
Trattasi questi di due piaceri primitivi:
- il primo legato alla storia ancestrale (l’uomo primitivo che necessitava di accendere il fuoco per scaldarsi e proteggersi);
- il secondo legato alla storia personale (il bambino che succhia il seno materno e ingerisce il latte che ne fuoriesce).
Analizziamo il primo tipo di piacere. Ci sono situazioni in cui la sigaretta è connessa a questo piacere profondo di accendere un fuoco e la sigaretta è lo strumento perfetto per sanare questo antico bisogno:
- Fumare la sigaretta mentre si beve Alchool. L’alchool è il combustibile per eccellenza. Carburante del fuoco della dipendenza. L’alchool non spegne il fuoco del fumo ma lo alimenta.
- Fumare la sigaretta quando si guarda un film. Il cinema, la televisione… è fumo, apparenza! La più grande illusione della nostra epoca. Televisione che toglie vita che andrebbe vissuta e ci riduce ad ebeti “dormienti” (proprio come diceva Eraclito). Guardare la tv aggiunge fumo al fumo. Forse, non ha torto chi attribuisce l’invenzione del cinema a Platone e alla sua “caverna”.
- Fumare la sigaretta quando si lavora al computer, altra invenzione del ventesimo secolo. Colori e luci che assorbono tempo e vita. Tempo dedicato a guardare un monitor spinti dall’illusione di realizzare una socialità che in realtà è illusoria.
- Fumare la sigaretta guidando l’automobile: macchina che produce fumo. Ancora si aggiunge fumo al fumo. Vita trascorsa chiusi una scatoletta diretta verso una meta che crediamo essere la felicità.
- Fumare la sigaretta dopo aver fatto l’amore. Si spegne il fuoco della passione. Una passione vuota, spesso non accompagnata dall’amore. Un fuoco che quindi prende la forma di una fiammata. Spento questo fuoco, se ne accende subito un altro.
Analizziamo ora il secondo tipo di piacere connesso alla sigaretta. Abbiamo visto che c’è una forte necessità di accendere un fuoco. Perché tanto desiderio? Eppure il tabacco, non trasmette sensazioni evidenti. Chiedete a un fumatore cosa sente quando fuma. Qualcuno vi dirà che rilassa, qualcuno vi dirà che necessita del gesto ma il tabacco non produce emozioni, non fornisce sensazioni… Si fuma fumo. Grigio.
Freud sosteneva che il fumatore desiderava regredire nella fase orale per tornare alla sensazione di succhiare il seno materno. La mamma iperprotettiva usa dare il seno o il biberon per calmare il bambino. Placa l’ansia del piccolo con qualcosa da mangiare che risulti gradevole. Ecco perché alcune persone dicono di avere voglia di fumare quando sono nervose. A detta loro, la sigaretta li tranquillizza.
Altri invece, aspirano il fumo, lo ingoiano. In questo senso, fumare sarebbe una risposta alle loro frustrazioni, riportano dentro di sé i desideri e le aspirazioni che hanno timore di realizzare.
Ecco allora, guarire da questa antipatica e malsana abitudine si può. Con la psicoterapia, si andrà ad indagare quali sono questi desideri repressi e l’ipnosi, sarà un valido alleato che permetterà di raggiungere più velocemente e agevolmente il risultato sperato.
Cari fumatori, se volete smettere, perché non provate con l’ipnosi?
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