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  • Immagine del redattoreDott.ssa Stefania Scotto

Tenere un animale domestico o un piccolo orto sul balcone fa bene alla psiche

È indubbio, e facilmente osservabile, come negli ultimi anni i negozi e le attività commerciali dedicate ai nostri cari animali domestici siano notevolmente aumentate di numero e in varietà. Si va dagli allevamenti delle più svariate razze canine e feline, ai negozi di accessori, alimenti per animali, toelettatura, mega-store e catene in franchising interamente dedicate agli amici a quattro zampe.

Robe da matti! Vien da pensare….

Invece proprio cose da matti non sono. Anzi, questa attenzione per gli animali ha un’origine molto antica e, a ben pensarci, è da sempre esistita.

L’Homo sapiens usufruiva del fiuto e della fedeltà del cane per cacciare e difendersi dai nemici ben 12.000 anni fa.

Per quanto riguarda il gatto, è risaputo come gli Egizi convivessero e considerassero sacri i felini già a partire dal 3000 a.C.

Per gli appassionati d’ittica, sull’allevamento e utilizzo delle carpe come pesci “ornamentali” si hanno notizie che risalgono al 400 a.C. nella Cina della dinastia Ming. Non dimentichiamo che i pesci rossi, le carpe Koi, gli Scalari, i Molly… (questi sono solo alcuni nomi di tipologie di pesci ornamentali) sono acquistati non solo per la loro bellezza, ma anche per il relax che trasmette la contemplazione dei loro movimenti sinuosi.

Anche Henri Matisse fu così attratto dalla delicatezza dei pesci rossi da dipingerli più volte nelle sue tele.

L’attaccamento alla natura e alla terra è arcaico e sempre vivo nella mente dell’uomo “moderno”. Non dimentichiamo che il nostro cervello non è cambiato molto, dal punto di vista evoluzionistico, dal cervello dell’uomo “delle caverne”. Salvatore Quasimodo ben rappresenta questo concetto con le parole“Sei ancora quello della pietra e della fionda, uomo del mio tempo”.

La vita in città, oggi sempre più ricercata per questioni di lavoro ma anche di comodità, ha allontanato l’uomo dal contatto con la natura.

Le aree verdi si riducono sempre più per lasciar posto a condomini, i gatti di strada oramai non esistono più perché rinchiusi nei gattili, anche vedere gli uccellini è sempre più difficile per via dell’inquinamento acustico e del ridotto numero di alberi…

Quanti sono i bambini che hanno tenuto per le mani un uovo appena deposto? Quanti di loro hanno mai visto una mucca dal “vivo”? E quanti hanno la fortuna di avere un animale domestico in casa?

Eppure, nonostante la vita frenetica ed alienante delle città, il richiamo alla natura è ancora forte.

Prendersi cura di un piccolo orto sul terrazzo, annaffiare regolarmente le piante tenute sul davanzale, accarezzare e farsi avvolgere dalle fusa del proprio gatto… sono tutte azioni che tolgono stress e nevrosi in quanto riavvicinano lo spirito umano alla sua origine più antica e profonda.

L’uomo è da sempre vissuto a contatto con la natura. Migliaia e migliaia di anni di evoluzione e di contatto con la terra non possono essere improvvisamente cancellati e sepolti dal boom economico che ha portato all’industrializzazione, alla diffusione sul larga scala delle automobili e la creazione delle infrastrutture necessarie alla loro circolazione.

Ecco perché l’uomo di città è sempre più alla ricerca di uno spazio verde o di un animale da accudire, in quanto ciò lo riavvicina al suo più antico passato.

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